Leggere in silenzio sotto un ghiacciaio 

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Crepitio di stelle, di Jòn Kalman Stefànsson (Iperborea, 2020)

Leggere in silenzio sotto un ghiacciaio 

Mentre si respira aria di neve è bello leggere questa saga familiare, la storia personale dell’autore, e della sua famiglia per tre generazioni, raccontata dalla voce di un bambino di sette anni rimasto solo con il padre dopo  la morte della madre, nipote di un bisnonno generoso, scapestrato e rubacuori.  A legare le storie è il paesaggio d’Islanda: una terra apparentemente desolata, in realtà viva e selvaggia, dominata da ghiacciai perenni, montagne che si gettano nel  mare, nero e spesso ostile, cieli chiari come il latte d’estate, bui nel resto dell’anno, ma anche città vivaci e piene di vita come la capitale  Reykjavík.
Il racconto non è lineare. I ricordi, “dettagli che il tempo dimentica nella sua corsa, una moltitudine di alloggi, poesie, soldatini, amplessi, barche e ghiacciai” (Elisabetta Rasy) sono però sapientemente montati in modo che non si perda il filo invisibile che lega le tante storie immerse in un’atmosfera fiabesca.  
Quello di sua madre, conosciuta per pochi anni, è il ritratto più commosso, ricostruito attraverso i ricordi della sua gioventù: “Una volta ho provato a stare qualche tempo nelle vicinanze della fattoria dov’era cresciuta, sono rimasto sveglio tutta la notte ad ascoltare i sospiri soffocati dei monti sotto quel gigante bianco. Mi sono fermato a guardare intorno alla sua finestra, a osservare la terra che conserva quattordici anni della sua vita. E’ stato qui che ha visto crescere l’erba, qui che ha ascoltato il ronzio delle mosche e il crepitio delle stelle, qui ha trasformato le parole in uccelli e le ha lasciate volare per trovare Dio; qui è cresciuta, si è svegliata nella consapevolezza, come si dice. E qualcuno l’ha baciata, qualcuno ha pianto quando se n’è andata adolescente, se n’è andata con tutto il groviglio della vita di una ragazza dai due ai sedici anni” 
L’immagine del bambino e del suo timidissimo padre rimasti soli sul divano la sera, dopo che la madre è finita sottoterra, “due stelle e un oceano di tenebre in mezzo”, suggella l’amore profondo che lega tutti i personaggi di questa storia meravigliosa e li rende indimenticabili. 
Jòn K. Stefànsson, nato a Reykjavík nel 1963, ex insegnante e bibliotecario nella la biblioteca municipale di Mosfellsbær, è uno dei più apprezzati scrittori islandesi del panorama letterario contemporaneo, candidato al Man Booker Price con il romanzo I pesci non hanno gambe nel 2017 e candidato al Premio Nobel nello stesso anno,  Premio Islandese per la letteratura con Luce d’estate ed è subito notte, si è dedicato alla poesia (con tre raccolte mai tradotte in italiano) prima di passare alla narrativa conservando “una lingua di singolare ricchezza evocativa”. Crepitio di stelle,  uscito in Islanda nel 2003, è stato pubblicato in Italia nel 2020 dalla casa editrice Iperborea con la traduzione di Silvia Cosimini.  

Cosa leggere di Jòn Kalman Stefànsson in bct:
Crepitio di stelle  (2020), Storia di Asta (2018), Grande come l’universo (2016), I pesci non hanno gambe (2015).

I libri sono tutti pubblicati da Iperborea e tradotti da Silvia Cosimini

PM